TEMATICA

Laboratori di abitare

ARCHITETTURA

Les Allouviers, habitats groupés

LUOGO

Romette
Hautes Alpes

Vista sulla formazione rocciosa di Manteyer-Romette- Davide Curatola Soprana

ABOUT

La montagna accoglie oggi nuove forme di abitare e diventa sempre di più uno spazio per sperimentare e dare vita a nuovi progetti di vita basati sui principi di solidarietà, prossimità e di basso impatto ambientale. Si co-progetta, si agisce insieme e si cercano gli strumenti e le risorse per realizzarli.

Romette

Francia

Abitato disperso- Romette- Alessandro Guida
Abitato disperso- Romette- Alessandro Guida
Sentiero lungo Le Buzon- Romette- Alessandro Guida
Sentiero lungo Le Buzon- Romette- Alessandro Guida
Chiesa -Romette- Alessandro Guida
Rotonda sulla strada D92 - Romette - Alessandro Guida

TEMATICA

Laboratori di abitare

Le abitazioni diffuse nel paesaggio- Romette- Davide Curatola Soprana
L'abitato collettivo -Romette- Isabella Sassi Farìas

“Che spazi vogliamo condividere, come possiamo ridurre l’impatto ambientale, i costi di costruzione e di mantenimento della struttura, come intendiamo il vivere insieme?”

Gli abitanti di Les Allouviers

L'abitato collettivo -Romette- Isabella Sassi Farìas
L'abitato collettivo -Romette- Isabella Sassi Farìas
L'abitato collettivo -Romette- Isabella Sassi Farìas
Un'azienda agricola - Romette- Davide Curatola Soprana
Col du Manse - Romette- Manse- Davide Curatola Soprana

Il racconto

Les Allouviers nasce dall'iniziativa di un gruppo di persone che condividono il desiderio di costruire insieme un nuovo modello di vita.
Un villaggio composto da abitazioni individuali concepite in un sistema di abitare collettivo in cui si sperimenta giorno dopo giorno un modello di condivisione degli spazi di vita. Nasce a Romette, un territorio di 1720 abitanti, un quartiere residenziale nell'area urbana di Gap. Un laboratorio per ripensare la sostenibilità abitativa nei territori alpini, attraverso un sistema costruttivo completamente passivo e un progetto di comunità basato sui principi di solidarietà e prossimità. Iniziativa di privati cittadini che dapprima formano un gruppo di aspiranti residenti, poi progettano e realizzano, anche in autocostruzione, il nuovo insediamento.

Tra immaginari e miraggi

ARCHITETTURA

La casa nel fienile

LUOGO

Frazione Prinardo, Argentera
Alta Valle Stura

TEMATICA

Laboratori di abitare

ARCHITETTURA

Les Allouviers, habitats groupés

LUOGO

Romette, Hautes Alpes
Vista sulla formazione rocciosa di Manteyer-Romette- Davide Curatola Soprana

ABOUT

La montagna accoglie oggi nuove forme di abitare e diventa sempre di più uno spazio per sperimentare e dare vita a nuovi progetti di vita basati sui principi di solidarietà, prossimità e di basso impatto ambientale. Si co-progetta, si agisce insieme e si cercano gli strumenti e le risorse per realizzarli.
Abitato disperso- Romette- Alessandro Guida
Abitato disperso- Romette- Alessandro Guida
Sentiero lungo Le Buzon- Romette- Alessandro Guida
Chiesa -Romette- Alessandro Guida
Rotonda sulla strada D92 - Romette - Alessandro Guida

TEMATICA

Laboratori di abitare

Le abitazioni diffuse nel paesaggio- Romette- Davide Curatola Soprana
L'abitato collettivo -Romette- Isabella Sassi Farìas
“Che spazi vogliamo condividere, come possiamo ridurre l’impatto ambientale, i costi di costruzione e di mantenimento della struttura, come intendiamo il vivere insieme?”

Gli abitanti di Les Allouviers

L'abitato collettivo -Romette- Isabella Sassi Farìas
L'abitato collettivo -Romette- Isabella Sassi Farìas
Un'azienda agricola - Romette- Davide Curatola Soprana
Col du Manse - Romette- Manse- Davide Curatola Soprana

Il racconto

Les Allouviers nasce dall'iniziativa di un gruppo di persone che condividono il desiderio di costruire insieme un nuovo modello di vita.
Un villaggio composto da abitazioni individuali concepite in un sistema di abitare collettivo in cui si sperimenta giorno dopo giorno un modello di condivisione degli spazi di vita. Nasce a Romette, un territorio di 1720 abitanti, un quartiere residenziale nell'area urbana di Gap. Un laboratorio per ripensare la sostenibilità abitativa nei territori alpini, attraverso un sistema costruttivo completamente passivo e un progetto di comunità basato sui principi di solidarietà e prossimità. Iniziativa di privati cittadini che dapprima formano un gruppo di aspiranti residenti, poi progettano e realizzano, anche in autocostruzione, il nuovo insediamento.

Tra immaginari e miraggi

ARCHITETTURA

La casa nel fienile

LUOGO

Frazione Prinardo, Argentera, Alta Valle Stura

Les Allouviers, Habitats groupès

Laboratori di abitare collettivo

Romette è stato fino alla fine degli anni ‘60 del 900 un comune rurale di circa 600 abitanti. 

Attraverso un processo di fusione amministrativa, nel 1975 il comune si unisce a Gap vedendo da allora triplicare il numero dei suoi abitanti, oggi poco meno di 1800 unità. Esistono ancora terreni e alcune aziende agricole ma, di fatto, l’abitato è disperso, mancano i servizi e il commercio locale. Non c’è un caffè, ma solo una panetteria vicina alla chiesa. La maggior parte delle persone si muove su Gap per raggiungere i luoghi di lavoro e avere accesso ai servizi urbani della città, dando vita a quella che è, a tutti gli effetti, un’area periurbana a bassa densità residenziale, attorniata dai massicci alpini. Su questo territorio si insedia un gruppo di persone interessate a sviluppare un progetto di vita, un modello di habitats groupés, per ripensare la sostenibilità abitativa, attraverso la costruzione di un villaggio composto da edifici in legno completamente passivi. 

Romuald Marlin è un architetto e uno specialista del legno. La sua passione e il suo interesse professionale hanno sempre ruotato attorno al desiderio di costruire attraverso la massimizzazione dei benefici del legno come materiale caldo, resistente ed ecologico, minimizzando i consumi e l’impatto sull’ambiente. Tutti i materiali utilizzati nelle costruzioni sono a filiera corta. Il sogno personale, elaborato negli anni, era di riuscire a realizzare un modello abitativo che fosse al tempo stesso sistema costruttivo, economico ed ecologico e progetto sociale di un gruppo umano che condivide principi di solidarietà e prossimità. 

Condivisa la scelta con una coppia di amici, è iniziata la parte difficile: l’individuazione del terreno. Per ragioni legate alla storia personale dei protagonisti, la regione di Gap diventa l’area di ricerca. La scelta del terreno non si rivela semplice. Finalmente a Romette si trova un terreno che il comune ha messo in vendita. 

A quel tempo i piani municipali avevano in previsione un’espansione della città che fungesse da ricucitura tra la maglia urbana esistente e il pendio dolce della campagna agricola. Per questa ragione, la proposta viene accolta, seppur dopo un lungo processo di verifica sulla fattibilità dell’intervento da parte dell’amministrazione. 

Il terreno era perfetto per il tipo di progetto che avevano in mente. Esposto a sud e molto vicino al centro urbano di Gap, anche accessibile in bici o con i mezzi pubblici. 

Anche loro, come nel progetto di Valliera in Valle Grana, hanno cercato famiglie che volessero aderire al programma, dando vita così ben prima dell’avvio della costruzione fisica dello spazio, ad un processo di formazione di una comunità nuova che volesse condividere un progetto di vita, ma anche costi e sforzi per realizzarlo. In Valle Grana, tre gru hanno permesso a tutti i proprietari del consorzio di fare i lavori. Qui, a Romette, tre case su sei sono state realizzate in autocostruzione, sulla base di una partecipazione reciproca ai lavori; metodo di lavoro applicato anche alla realizzazione del foyer collettivo, costruito in soli due mesi e prima delle case individuali. In esso trovano posto una sauna, l’asciugatrice e 18 posti letto per accogliere gli ospiti di tutta la comunità. 

Il gruppo prende forma e si consolida durante le fasi di progettazione: “che spazi vogliamo condividere, come possiamo limitare l’impatto ambientale, i costi di costruzione e di mantenimento della struttura, come intendiamo il vivere insieme?”

Come in altri casi, oltre a offrire uno spazio per sperimentare forme di socialità che sembravano perdute, la montagna offre in questo momento terreni e immobili disponibili e a prezzi più contenuti, e per questo più accessibili rispetto ai territori urbani e metropolitani divenuti troppo spesso proibitivi. Inoltre, per la loro dimensione ridotta – qui le famiglie sono 7, a la Valliera sono 18 i proprietari che formano il consorzio, a Ostana 50 gli abitanti dormienti – queste esperienze si possono forse definire dei veri e propri laboratori di pratiche di umanità. La montagna diventa spazio di fuga dalla città, diventa un’alternativa politica per dare vita a nuovi modelli di società, di ritorno alla natura, più aperti, accoglienti, giusti, capaci di sviluppare relazioni umane e progetti che mettano al centro il cittadino e i suoi bisogni. 

Nel nuovo abitato Les Alluviers, l’intervento si adatta e si conforma alla geografia del territorio. Le forme seguono la morfologia del terreno in cui le pendenze sono abbastanza brusche. Alla fine del processo costruttivo, le proprietà individuali sono sei, più un alloggio in affitto. Ciascun edificio privato si aggira sul 140 mq e ciascuno assume una forma differente a seconda delle esigenze del nucleo famigliare. Ogni casa ha un programma che si distingue dagli altri in termini di spazi e funzioni. Ci sono delle parti in pilotis, terrazze o gli atelier al piano terra. A parte gli edifici privati, tutti gli altri spazi sono condivisi, tra cui un orto. 

L’intervento è, come negli altri siti, un piccolo laboratorio sulle possibilità di concepire l’abitare oggi. Nato da un’esperienza tutta privata, di iniziativa personale, purtroppo non ha ricevuto la giusta attenzione da parte dell’amministrazione locale, la quale, all’inizio, ha faticato non poco ad accogliere la proposta di progetto. “C’è stata un’opposizione abbastanza forte sulla tipologia di abitato che andavamo a proporre e nessun interesse a comprendere la filosofia sottesa al progetto”, conclude Romuald con una nota di rammarico.